Il bandoneon

     
       

Mio nonno paterno, il famoso "nonno Giovanni", diceva sempre: "se proprio vuoi far l'artista, devi imparare a suonar la fisa perché la gente ha voglia di ballare!".
...e siccome non amo ascoltar consigli(mi chiedo che razza di musicista sono se non ascolto..!) ho scelto di suonare il pianoforte ; in fondo, anche lui ha una tastiera...
Il famoso "nonno Giovanni" aveva, naturalmente, un papà: il celeberrimo "bis nonno Carlo".
Non l'ho conosciuto ma sulla sua storia ho fantasticato giorni e giorni.
Ancor giovane, se ne andò in Argentina e più precisamente a Buenos Aires, in cerca di lavoro come tanti italiani in quel periodo. Non fece mai ritorno e se ne persero le tracce. Sua moglie, forse stufa di far la parte di Penelope, decise che doveva esser morto. Fece scolpire il nome del marito disperso su una lapide e la piazzò al cimitero del paese; diceva che voleva almeno una tomba sulla quale poter piangere. Fine della storia, e come in tutte le fini, inizio di altre: io e mio cugino fantasticammo giorni e giorni su questa storia e, soprattutto su quella tomba vuota. Immaginammo il ritorno del bis nonno: ci avrebbe portato le scimmie (chissà perché pensavamo che a Buenos Aires ci fossero le scimmie!), un cavallo ciascuno, ci avrebbe insegnato le "parolacce" in una lingua che nessuno capiva e che nessuno quindi avrebbe mai rimproverato, ci avrebbe regalato quella lupara e quella strana fisarmonica che avevamo visti su una vecchia foto che il bis nonno spedì ai famigliari. Inventammo, poi una storia di pirati dell'Argentina (…?!) il cui covo era nella tomba vuota del bisnonno; ori, pietre preziose, una montagna di monete d'oro… Il covo, naturalmente aveva un "apriti Sesamo": una melodia suonata da quella strana fisarmonica argentina! Avevamo persino inventato una melodia…
Inutile dirlo, il bisnonno non fece mai ritorno e per quel che riguarda la tomba… bhè, è bello pensare a quante fantasticherie ha potuto dare alla luce una tomba!
Ma il fascino di quel curioso strumento che apre le porte, dev'esser rimasto pulsante sotto la cenere dei miei ricordi d'infanzia.
Una magica sonora onda nera plissettata.
Fine anche di questa storia e inizio di un'altra: avevo undici anni, radio "a palla", stavo studiando storia quando ad un tratto trasmisero un brano per "orchestra tipica" e non so che strumento solista…: lo riconobbi subito come se da sempre l'avessi conosciuto. Non era una fisarmonica; il suo timbro era cupo come l'atmosfera del covo dei pirati sotto la tomba, era macabrosamente sensuale, era…
... un bandoneon.
Da quel giorno mi misi alla ricerca di quello strumento che tante storie aveva da raccontare con il suo fiato caldo.
Imparai che esistono due modelli di bandoneon: quello diatonico e quello cromatico e che quello argentino è diatonico.
Imparai anche che quella "fisarmonica argentina" in realtà è di origine tedesca e che l'inventore sarebbe un certo Band e che è nato come organetto portatile per accompagnare i canti liturgici.
Ne ho visti e sentiti tanti fino a che un giorno uno di loro con voce roca e disinteressata mi ha detto "olà": doveva essere mio!
Così è stato!